durante il 2022 ho realizzato una serie di interviste
lo scopo era raccogliere, storie, materiali, conoscenze, esperienze trucchi, persone, approcci idee ed avventure di ciò che e di chi mi piace
ho intervistato assistenti sociali, guide alpine, arrampicatori, disegnatrici, accompagnatori, genitori, sportivi, terapisti occupazionali, fratelli, sorelle, padri, madri, mogli.. ho intervistato persone comuni e straordinarie, ho intervistato chi ha perso qualcuno, qualcosa ..e anche chi alcune cose non le ha mail avute …ho intervistato chi ha trovato ciò che ha perso ..ho intervistato chi ha trovato altro..
ho incontrato atleti estremi, eccezionali, ho sentito progetti incredibili, ho seguito le tracce di incredibili avventure
ogni singola puntata è stata un’ emozione
ogni singolo argomento è stato importante
ANDREA LANFRI
La prima intervista ho avuto l’onore, il piacere e la gioia di farla ad Andrea Lanfri, prima che partisse per l’ascensione dell’Everest ho avuto l’opportunità di farmi raccontare in prima persona cosa ha comportato per lui la meningite, la vita con due protesi alle gambe, alcune realizzate appositamente per scalare, correre e andare in bici, come lo sport sia stata la sua rivincita sull’intoppo che lo ha fermato.. non per molto.
Ci racconta di se’, dei suoi progetti, di corsa , in montagna, in Tv al mare, dal basso verso l’alto e viceversa.. Una frizzante intervista a 3 dita con uno sportivo che non si è lasciato fermare dalla meningite, che ci racconta come la voglia di mettersi in gioco, di vincere e di non lasciarsi fermare da nulla lo abbia portato lontano.
“mi capitava di arrivare in cima alla montagna e alzare le mani al cielo con le tre dita che mi sono rimaste, due pollici e un indice, e a pensare a questo progetto che prevede la salita delle cime più alte di tutti e sette continenti …che poi in ne farò nove per scongiurare qualsiasi dubbio”
A. Lanfri parlando del progetto “toccando il cielo con tre dita”
“ACCEPT”
con Ramon Mej e Alessandro Colombo dalla FALC e dal Politecnico di Milano
intervista con gli ideatori della parete di arrampicata sensorizzata.
A Milano, in via Moscova , esiste una parete di arrampicata assai speciale: ha dei sensori particolari con cui misurare la tua forza, ha forme adattate per essere facilmente prensili, ed è stata creata, nell’ambito del progetto Polisocial accept per vari scopi. Gli arrampicatori sociali di oggi partono dalla disabilità per arrivare ad allenamenti mirati per i più forti atleti e i più agguerriti principianti.
“questo può essere uno strumento di gioco che fornisce ai terapisti informazioni di qualità altrettanto buona di quelle fornite da una terapia classica” – Ramon Mej parlando della parete adattata al Play More
AMORE IN CIMA AL MONDO. INTERVISTA A ERIKA SIFFREDI
con Erika Siffredi moglie di Carla Alberto Cimenti, Cala
Nella puntata odierna di arrampicatori sociali, raccontiamo la vita Cala, le sue imprese straordinarie, i suoi primati, la sua storia, i suoi amori.
Assieme ad Erika ripercorriamo i passi fondamentali delle imprese di Cala, di come il mondo dell’arrampicata si sia stretto attorno a lei nei momenti più dolorosi e di come grazie ai progetti iniziati da Cala egli sia ancora una presenza viva nel mondo.
L’autore de “sdraiato in cima al mondo” e i suoi progetti ad alta quota raccontati e continuati da sua moglie Erika Siffredi .
“Dobbiamo parlane ancora al presente CALA é ANCORA QUI […] è ovvio che manca e mi manca da morire, però il fatto di poter sentire la bellezza che ha portato me lo fa sentire presente, perciò Cala C’è! ” Erika soffermandosi sul ricordo festoso di suo Marito
“
LA MONTAGNA CHE CURA
con Anna Frigerio
La puntata affronta un tema scomodo e complesso: l’utilizzo di cocaina
Scopriamo come, per affrontare i problemi legati al passato utilizzo di cocaina, un team specializzato degli Spedali Civili di Brescia ora in collaborazione con la SEM CAI di Milano e realtà legate alla montagna pratichi montagnaterapia: come cura, come opportunità, come percorso, come alternativa al consumo della sostanza.
in compagnia di Anna Frigerio scopriamo uno uso interessante di questa strategia di intervento
“astenersi da posizioni giudicanti che tagliano le gambe alle persone, da la possibilità all’altro di esistere e di mostrarsi cosi come è, con le proprie fragilità e le proprie risorse” Anna soffermandosi sul concetto di non giudizio, parte terapeutica e fondante di montagna terapia.
FIGHT CAMP
con Francesca Fedeli e Fight the Strokes si parla ancora del progetto accept e di arrampicata inclusiva.
la puntata di oggi arrampicatori sociali torna a parlare della parete Accept e dei piccoli fighters.
In compagnia della musa ispiratrice di questo programma, Francesca Fedeli fondatrice di Fight the strokes, parliamo di paralisi cerebrale, di campus estivi inclusivi, di disabilità a 360 gradi, di sport adattato e di come la disabilità sia un terreno di ricerca, sviluppo e conoscenze, per vedere e affrontare il mondo con altri occhi.
Con la partecipazione speciale e straordinaria di Mario e Roberto che abbandonano le frazioni per darci il loro punto di vista sull’arrampicata ecco a voi il fight camp!
è un’intervista allegra senza vittimismo, senza eroismo, con grande serietà, emotività e dolcezza affrontiamo argomenti scomodi e progetti ricordiamo avventure e desideri
” penso sempre alla frase di Jovanotti, ma non mi rispecchia granche’ la paura di cadere è voglia di volare” Angelo confrontando la sua paura in parete con quella di Mario
NATURE 4 KIDS
Intervista ad Elisa Timballo e Marco Milanese creatori di rifugiamoci in montagna, fondatori di nature4kids..
di aggettivi per descrivere chi sono e cosa fanno Elisa e Marco sono innumerevoli..
L’intervista parte dalle parole di Elisa che ci racconta il progetto di Nature for kids per condividere le loro passioni e competenze coi più giovani, pedagogia, montagna, creatività, uno stile diverso di vivere dentro e fuori dal mondo e di come la femminilità non sia un limite all’accesso in montagna e di come il loro progetto sia inclusivo anche nei confronti della disabilità senza improvvisazioni o sensazionalismi
tornando ai suoi bambini della scuola Elisa lascia la parola a Marco che oltre a raccontarci alcune esperienze specifiche del camp ci parla un po’ della sua vita atleta di sport estremi, di guida alpina, di slack liner l’autore di ” volare le montagne ” ci racconta in semplicità quante cose si possono fare nella vita.. l’intervista è stata emozionante, coinvolgente .. mette voglia di volare ..con le ali..con l’immaginazione.. con il cuore
” ti fanno capire che hai fatto la cosa giusta … mi rimane la consapevolezza di aver donato un’esperienza da ricordare per crescere” Elisa & Marco ..alla domanda ma chi ve lo fa fare
CASA MATTEO VARESE
Intervista con Marina Consolaro Pasquetto, ci parla di Matteo, di Giona, di talenti..di perdita.. ci parla di come l’entusiasmo del suo Matteo, aspirante guida alpina, si sia tramutato un progetto splendido, un’officina di opportunità, di percorsi percorribili, di vite spezzate e ricucite..
Casa Matteo Varese un progetto che si muove a piccoli passi, che vuole essere un punto di riferimento, di partenza, un punto fisso per la gioventù che non ha le idee chiare, che vuole fare, ma non sa come, che non sa cosa fare, ma sa fare cose ..
Ho intervistato Marina senza averla mai conosciuta prima, è stato come telefonare ad una amica che non sentivo da tanto tempo, è stato come sentire la mamma che ti racconta le novità sulla famiglia che non vedi da un po’..non ho mai conosciuto nemmeno Matteo, ma ora è come se avessi appena letto un libro bellissimo che consiglierei a tutti..
“tutte le volte mi diceva bellissimo aprire vie nuove mamma tu devi vedere gli occhi di quella persona che arriva sulla cima della montagna, perchè ce l’ho portato io , non sulle spalle eh, ma perchè l’ho guidato io !..mamma è impagabile! ” Marina ci racconta perchè ha deciso di donare una borsa di studio ad un’ aspirante guida alpina .
LA MONTAGNA CHE AIUTA
intervista a Marco Battain , referente Cai della rete di montagna terapia
Marco ci spiega cosa si intende quando si parla di montagna terapia, come viene svolto il progetto all’interno del gruppo Cai e quali sono i percorsi creati con “la montagna che aiuta”, la gradazione dei “sentieri accessibili”, il censimento dei rifugi, come funziona l’organizzazione di un’uscita di montagna terapia all’interno dei gruppi Cai di appartenenza, si affronta il tema dello stigma nei confronti di chi non è socialmente considerato senza difetti, di come un percorso in compagnia possa essere una terapia alternativa e o parallela a quella svolta nei centri di recupero, riabilitatitvi, o per persone con disabilità, come una possibilità per le persone detenute
“se mettiamo la mano sulla tasca destra posteriore non ci siamo, vuol dire che siamo prevenuti .. io devo potermi legare in fiducia reciproca con una persona… che in passato è arrivata al punto di perdere la fiducia di tutti….E’ una situazione nella quali si è livellati, si è nelle stesse condizioni, si fa fatica tutti uguale, si porta tutti lo zaino, si fatica a salire, si patisce il caldo, si patisce la pioggia ” Marco Battain sui progetti del recupero dei sentieri organizzati con comunità di recupero sociale
ASCESE E DISCESE IN JOELETTE
Dario Ellena ci racconta come dalla tesi di laurea di Federica sia nata l’idea di provare una terapia non convenzionale: accompagnare sui sentieri montani per lavoro, per piacere, per tenere compagnia, per legare, per riprendere i rapporti, persone che per un motivo o per l’altro necessitano di un ausilio per andare in montagna, la joelette.
Ci spiega la tecnica, l’organizzazione, gli intoppi che si possono trovare e come superarli, ci spiega perchè andare in montagna in compagnia può essere una terapia, ci racconta cos’è un terapista occupazionale ci espone il suo punto sul percorrere i sentieri, ci racconta la sua idea di inclusione.
Ci spiega perchè è la persona il centro del progetto “la montagna che aiuta”, perchè la rete amicale è ciò che rompe il ghiaccio, perchè si tratti una terapia che affronta una mutata condizione di abilità.
“Lo faccio anche un pochettino …per quanto riguarda le mie figlie, perché per certi versi nelle prossime uscite vorrei riuscire a portare anche loro … perché vorrei dargli una visione diversa di quella che è la disabilità, vorrei cercare di per normarlizzarla, di far sì che almeno la generazione nuova cresca con una visone un po’ più aperta un po’ meno bigotta ecco l’ho detto” Dario alla domanda “ma chi te lo fa fare?”
CLIMB & CLEAN
In questa puntata intervistiamo una guida alpina, sopra le righe, qualcuno direbbe “fuori di testa”, emozionante, allegro, pieno di idee energia e con le idee chiare su un punto : il pianeta va salvaguardato e per farlo ci si deve sbattere ! il creatore del progetto di pulizia delle falesie, Massimo Faletti, ci racconta chi è, cosa fa e perchè lo fa. Ci spiega cosa è il progetto climb&clean, ci racconta quante tonnellate di sporcizia ha raccolto assieme a tanti che hanno seguito lui e Matteo Della Bordella ci spiega perchè la montagna è una fonte di benessere aiuta ad affrontare tutto perfino l’adhd
“perchè alla fine la terra è bella, ma se la bruciamo è bruciata” Max raccontando la genesi del progetto climb & clean
SIMONE SALVAGNIN
in questa puntata intervistiamo un grande atleta, un paraclimber, un divulgatore, una persona splendida che ha tanto da raccontare, da condividere che vive una vita intensa che non si fa fermare, nemmeno dagli incivili al volante.
Ci racconta i suoi progetti sportivi, di arrampicata, di bicicletta, di musica, ci racconta di come la retinite pigmentosa e i rasta in testa lo facessero credere lo sbandato di turno, ci racconta come i pregiudizi ci freghino, di come ad un certo punto le porte contro cui ci si sbatte ogni tanto ci vengano aperte.
Simone ha tanti progetti, ha tante idee, è un attivista, è portavoce della carte dei diritti delle persone con disabilità, intervistarlo è stato come incontrare un manager che sa il fatto suo e che sa dove si deve andare, ci racconta di se dicendo che in realtà è uno curioso. Esplora se stesso, andando a caso, con il tempo e la libertà di farlo. Io ve lo presento intervistandolo sul suo lavoro, sulle sue passioni, sulla sua disabilità
“questa tua visione di un possibile mondo sportivo misto è estremamente, futuristica, appagante e stimolante … allo stesso tempo dico che è importante ricordarsi che nessuno di noi è uguale agli altri … ..il segreto della vita sulla terra è la biodiversità.. non andiamo a fare altro che ripeterci più si valorizzano le differenze più aumenta la ricchezza comune” Simone rispondendo ad una domanda in merito alla possibile esistenza di squadre miste nel mondo sportivo fra persone disabili e non.
ROBERTO MONTELLA IN GITA SCOLASTICA SULLA FRANCIGENA
L’intervista con Roberto Montella è diretta, schietta, fichissima. Si parla di scuola, di gite, di gioventù. Si parla con un professore che ha avuto un’idea tanto semplice quanto poco diffusa, portare i ragazzi in gita in cammino lungo tre tappe della via Francigena .
Questa esperienza porta l’attenzione su come la scuola non sia fatta solo di voti, interrogazioni e regole di comportamento.. ci induce a riflettere sul valore della mancanza, sul valore del gruppo, della fatica, sul prendersi cura delle vesciche, sull’organizzare uno zaino. Ci pone l’attenzione su come la gita possa anche essere un momento piacevole , economico e formativo dove tutti, professori ed alunni sono dalla stessa parte.
Le strade che percorriamo con Roberto sono state battute a lungo, ma nessuno se ne ricorda.. tanto che si parla di ” riscoperta del cammino” a suo parere c’è ben poco da riscoprire .. è tutto li a portata di mano .. solo che si fa fatica a pensare di poterlo fare
“immaginate quanto possa essere bello in futuro, la prima settimana di scuola, passarla in campeggio in cammino sulla via Francigena, tappe piccole, brevi, di 15 km, 20 km non di più, con riposo con la condivisione … ..arriverebbero la seconda settimana di scuola che già si conoscono, che sono ragazzi che già hanno dormito insieme, nelle stesse camere che si sono parlati, che hanno comunicato, che hanno dovuto fare amicizia per forza.. metterli di fronte a certe situazioni estreme significa che noi guadagniamo un sacco di tempo nel futuro” Roberto ragionando come dopo due anni di covid e distanziamento il cammino sia stato un momento di comunicazione e maturazione di idee non comuni.
LE ILLUSTRAZIONI DI AGNESE
Agnese Blasetti è un’illustratrice, un’arrampicatrice, una traduttrice, una ragazza piena di brio, schietta, de Roma! una ragazza che prende e va , a Finale, che li si arrampica !
Agnese è chiara, precisa, organizzata, sa cosa non le piace per cui non ci perde tempo, quando invece una cosa le piace ci prova, si butta, si da fare, non guarda in faccia a nessuno, con lei abbiamo parlato di un libro “Manuale per giovani stambecchi” di Irene Borgna, abbiamo parlato di montagna, di crescita, di farsi da se, ma senza isolarsi.. abbiamo parlato di scuola, di inclusione, esclusione e pregiudizi, ci ha raccontato chi è Agnese e perchè e brava in ciò che fa, perchè i lavori sui generis sono una gran fatica, che da grandi soddisfazioni costo comunque di grande impegno.
uno sguardo vero su ” il lavoro dei miei sogni” che in pochi hanno il coraggio di intraprendere
” …perchè quello che fa felice me, non fa felice una certa persona, proprio perchè siamo tutti diversi. Tutti dovremmo un po’ seguire quello che ci piace fare, perchè se poi ci dobbiamo deprimere e trovare ingobbiti su una scrivania a fare un lavoro che ci sembra inutile, poi te credo che diamo i soldi agli psicologi e alle case farmaceutiche ” Agnese rispondendo ad una domanda in merito al valore formativo della scuola nel mondo lavorativo
RITORNA MONTAGNA TERAPIA ALPITEAM- PASSAGGIO CHIAVE
Beppe Guzzeloni ci racconta la sua professione di educatore professionale, alpinista ed istruttore di alpinismo e di Alpiteam, lavora con le dipendenze patologiche.
Ci parla dell’utilizzo di sostanze, del rapporto fra la persona e la sostanza di cui si abusa, della tossicodipendenza come malattia.
Ci racconta cos’è la sua visione di pedagogia della montagna, prendersi cura, di se , dell’ambiente montano e delle persone
ci racconta la vita in comunità, ci racconta perchè si ha paura della comunità, ci racconta come funziona il percorso riabilitativo e come da oltre 30 anni porti avanti progetti di crescita, di inclusione, di coordinamento fra diverse realtà.
” il timore c’è perchè è come qualsiasi scelta importante nella vita, crea ansia, crea difficoltà, entrare in comunità vuole dire che faccio una scelta di vita ..anche se questa scelta di vita prima dell’ingresso, sembra motivata e motivante, poi magari all’interno della vita residenziale questa motivazione crolla perchè c’è un cambio di stile di vita” Beppe rispondendo alla domanda “perchè si ha paura della comunità”?
MASSIMO CODA
Intervista con Max Coda, uno sportivo, un atleta, una persona comune che ama arrampicare.. ma che 13 anni fa ha avuto un incidente in parete..
Massimo ci racconta degli anni di continue operazioni, della scelta di amputarsi, delle sue imprese con una gamba sola, che per lui sono piccole imprese, ma che instillano coraggio speranza ad altri.
Ci parla dell’importanza della condivisione che porta a fare scelte.
Ci parla dello sconforto nel vedere le montagne fuori di case e che ha eliminato scalandole di nuovo
Ci racconta del lavoro di sua figlia Alessandra, dell’importanza dello sport come riabilitazione, ci parla della sua nuova vita ottenuta perdendo una piccola parte di se’.. ci racconta cosa sono gli obbiettivi, ci racconta dei suoi progetti. Ci racconta anche degli arti fantasma.
Max è simpatico, è ironico, è un papà fortissimo, ha amici con cui scala il monte Kenya, ogni tanto deve rinunciare alle imprese perchè deve lavorare, ma segue le imprese con la stessa foga e passione con cui le affronterebbe. E’ un’intervista dolce e carica di familiarità,
“mi reputo sempre una persona fortunata perchè io ho avuto la fortuna di poter scegliere se rinascere o rimanere nel limbo nel quale mi trovavo da disabile … non mi sono tirato la zappa sui piedi, anche perchè di piede me ne è rimasto uno solo” Max parlando dell’amputazione
OLTRE LE VETTE CON MARCO E MANUELA CALZÀ
L’ultima puntata di arrampicatori ha due ospiti, un fratello e una sorella legati dalla passione per la montagna, ho avuto il piacere di conoscerli perchè eravamo più meno vicini di casa e tanti amici mi parlarono di loro. Sono intraprendenti, allegri, curiosi e coraggiosi, ci raccontano cosa vuol dire andare in montagna quando non ci si vede.
Ci raccontano i trucchi che si possono usare per affrontare le pareti, ci raccontano come utilizzare certi ausili per scalare, per andare sui ghiacciai.
” ha più senso un gruppo di amici dove si cammina, si sta in compagnia ,… sarebbe più opportuno avere delle mappe che descrivono il percorso in braille ..più che i cartellini i braille lungo il percorso …[..] evitiamo di fare autostrade cementate .. ogni situazione è a se stante ..è importante avere gli strumenti per poter proporre itinerari autonomamente ” Marco e Manuela parlando di come approcciarsi alla montagna con una disabilità